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Perché scegliere un’acqua povera di sodio?

Un’acqua in bottiglia può avere più o meno sodio a seconda delle caratteristiche della sorgente. Quali sono le acque più povere di sodio? E perché scegliere un’acqua povera di sodio?

• Introduzione
• Le caratteristiche delle acque a basso contenuto di sodio
• I benefici delle acque a basso contenuto di sodio
• Quando è meglio non scegliere un’acqua iposodica
• Acqua povera di sodio consigliate e dove trovarle

Introduzione

Se ci pensiamo bene, ci renderemo conto che al supermercato ci troviamo spesso ad acquistare acque povere di sodio. Perché, anche se non sappiamo bene per quale motivo, siamo convinti che l’acqua a basso contenuto di sodio faccia bene alla salute. Quante volte, tra le numerose bottiglie sullo scaffale, nell’indecisione abbiamo scelto l’acqua Rocchetta, l’acqua Vitasnella o l’acqua Lete?

Partendo dal presupposto che il nostro corpo non può vivere senza acqua, certamente sappiamo che dobbiamo bere una quantità sufficiente di acqua, che generalmente gli “esperti” quantificano in un litro e mezzo in media al giorno. Ci ritroviamo quindi a bere acqua quando abbiamo sete, ma a volte anche quando non abbiamo sete, perché sappiamo che “fa bene”.

Se siamo donne (ammettiamolo!) il motivo principale per il quale beviamo molto è che sappiamo che l’acqua aiuta a contrastare ritenzione idrica e cellulite, inestetismi che colpiscono quasi il 90% della popolazione femminile.

L’acqua Vitasnella: l’“acqua che elimina l’acqua”. L’acqua Rocchetta: l’acqua che fa “fare tanta plin plin”. Le parole della pubblicità ci rimangono in testa, e così davanti allo scaffale scegliamo questi marchi pensando che, favorendo la diuresi, ci aiuteranno più facilmente ad eliminare i liquidi in eccesso e la pelle a buccia d’arancia.

Pensiamo poi all’acqua Lete. Chi non ricorda la famosa particella di sodio? “Ohoh! C’è nessunooo?” No, perché il contenuto di sodio dell’acqua Lete è così basso che la povera particella di sodio si ritrova da sola. Ma che poi sarà veramente così basso? Non ce lo siamo mai chiesto veramente, ma la acquistiamo perché il messaggio che ci lascia la pubblicità è che l’acqua Lete fa bene alla salute proprio perché è povera di sodio.

Sappiamo poi che troppo sale (quindi anche troppo sodio) fa alzare la pressione sanguigna, cosa che invece dovremmo evitare per cui pensiamo che beh, consumare un’acqua a basso contenuto di sodio di sicuro, male non fa.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, capire quali sono le caratteristiche dell’acqua a basso contenuto di sodio, i benefici e i casi nei quali può essere meglio scegliere un’altra tipologia di acqua.

Le caratteristiche delle acque a basso contenuto di sodio

Si possono definire commercialmente acque a basso contenuto di sodio (o iposodiche) quelle acque che hanno una concentrazione di sodio < 20 mg/L.
Andando a guardare le etichette delle principali acque in commercio è venuta fuori la classifica seguente. Per ogni acqua abbiamo riportato vicino il contenuto di sodio espresso in mg/L, e le abbiamo ordinate partendo da quelle a contenuto di sodio più basso.

• Eva: 0,3 mg/L
• Flavia: 0,7 mg/L
• Lauretana: 0,88 mg/L
Sant’Anna: 1,5 mg/L
Levissima: 1,9 mg/L
• Vera: 2 mg/L
Norda Ducale: 3 mg/L
• Vitasnella: 3,7 mg/L
• Rocchetta: 3,8 mg/L
Lete: 5,1 mg/L
• Fiuggi: 6,4 mg/L
• Panna: 6,4 mg/L
• Evian: 6,5 mg/L
• Guizza: 7,7 mg/L
• Fabia: 17,03 mg/L

Tutte le 15 acque sopra riportate sono classificate tra le iposodiche, perché hanno una concentrazione di sodio inferiore a 20 mg/L. Noteremo però che ci sono acque con una concentrazione di sodio ancora più bassa rispetto alla Rocchetta, alla Vitasnella o alla Lete, quali ad esempio l’acqua Sant’Anna o l’acqua Levissima.

Non dobbiamo però erroneamente pensare che l’acqua Sant’Anna sia migliore dell’acqua Rocchetta perché ha meno sodio, ma più invece che l’acqua Sant’Anna sia l’acqua migliore per una particolare situazione o periodo della vita e l’acqua Rocchetta per altre. E dobbiamo anche tenere conto del fatto che il sodio è solo un elemento, mentre nella scelta dell’acqua è importante guardare tutta l’etichetta.
Cerchiamo di spiegare meglio con un esempio.

Nei neonati e nella fase di svezzamento, per diluire il latte artificiale in polvere le acque più indicate sono quelle minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50 mg/l) oppure oligominerali (residuo fisso tra 50 e 500 mg/l), le quali abbiano nello stesso tempo basso contenuto di sodio, basso contenuto di nitrati, assenza di nitriti e assenza di ammoniaca. In questo caso si andrà quindi a scegliere un’acqua che presenti tutte queste caratteristiche e con una concentrazione di sodio più bassa possibile. Ci si orienterà, ad esempio, più su un’acqua Sant’Anna o una Levissima piuttosto che su una Vitasnella.

Se invece stiamo cercando un’acqua povera di sodio più per contrastare la ritenzione idrica vanno benissimo anche la Vitasnella o la Rocchetta.

I benefici delle acque a basso contenuto di sodio

Per meglio comprenderne i benefici spieghiamo brevemente quali sono le funzioni del sodio all’interno dell’organismo umano.

Il sodio regola il passaggio di fluidi e dei nutrienti all’interno e all’esterno delle cellule e partecipa alla trasmissione dell’impulso nervoso. Permette all’organismo di mantenere l’equilibrio dei liquidi nella norma, perché interviene nella regolazione del meccanismo della diuresi.

Il fabbisogno di sodio è compreso tra 0,6 e 3,5 grammi al giorno. Con la nostra normale alimentazione è molto semplice arrivare a coprire tale fabbisogno. Succede molto più spesso di assumere un eccesso di sodio piuttosto che un difetto.

Il sodio che assumiamo per via alimentare è contenuto principalmente nel cloruro di sodio, che altro non è che il classico sale da cucina. Non dobbiamo però tenere conto solo del sale che aggiungiamo ai cibi per dare sapidità, ma anche a tutti quei cibi che assumiamo e che sono naturalmente ricchi di sodio: affettati, salumi, prodotti conservati in genere e prodotti sottosale, oltre a pane e prodotti da forno (es. cracker, grissini, ecc.).

Non è sbagliato dire quindi che consumare un’acqua iposodica, in ogni caso, male non fa, perché può aiutarci a tenere sotto controllo l’introito di sodio giornaliero. Può essere quindi consumata da tutti, ma ancora di più è consigliata per le persone ipertese, con problemi renali (es. calcoli, ecc.), epatici e cardiaci, e a tutti coloro che devono seguire una dieta a basso contenuto di sodio.

L’acqua iposodica favorisce poi la diuresi e la depurazione dell’organismo dalle tossine e dai metaboliti in eccesso.

Ovviamente le persone ipertese o con le altre condizioni patologiche sopra elencate, dovranno seguire in primis una dieta a basso contenuto di sodio, nella quale ovviamente l’acqua iposodica può essere un valido supporto.

Quando è meglio non scegliere un’acqua iposodica

Sebbene l’acqua iposodica possa essere consumata da tutti, essa non è però consigliata a coloro che soffrono di pressione bassa, per le quali può essere più indicata un’acqua mediamente mineralizzata e con un contenuto più elevato di sodio e degli altri oligoelementi.


Acqua povera di sodio consigliate e dove trovarle

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