Lete e Sant’Anna sono entrambe povere di sodio, ma presentano delle altre caratteristiche peculiari che le rendono molto diverse. Eccole a confronto.
• Introduzione
• Come leggere l’etichetta delle acque in bottiglia
• Due acque povere di sodio a confronto: acqua Sant’Anna e acqua Lete
• Le acque povere di sodio consigliate e dove trovarle
Introduzione
Acqua Lete ed acqua Sant’Anna sono senza dubbio due acque molto conosciute. Vuoi per la pubblicità, vuoi per lo spazio e la posizione che occupano sugli scaffali del supermercato, non penso ci sia una persona che non abbia acquistato una delle due almeno una volta nella vita.
L’acqua Sant’Anna e l’acqua Lete hanno una caratteristica che le accomuna: entrambe rientrano nei parametri che contraddistinguono le acque povere di sodio. L’acqua Lete in particolare è
l’acqua effervescente naturale con il più basso contenuto di sodio prodotta in Italia: 4,9 mg/L.
Che l’acqua Lete sia povera di sodio molto probabilmente lo ricordiamo tutti. Come dimenticare la pubblicità della particella di sodio? “Uhuh! C’è nessuno?”. C’è stato un periodo nel quale era diventato un vero e proprio tormentone!
Dell’acqua Sant’Anna invece forse ricordiamo meno. Se però ci focalizziamo sull’etichetta, il messaggio che ci invia è forte e chiaro: l’acqua Sant’Anna è particolarmente indicata per l’alimentazione dei bambini (sull’etichetta, troviamo infatti l’immagine di un bimbo).
L’acqua consigliata per bambini deve avere delle caratteristiche nutrizionali particolari, tra le quali un basso contenuto di sodio. Le altre qualità sono un basso residuo fisso, basso contenuto di nitrati, assenza di nitriti e assenza di ammoniaca. Le acque raccomandate per lo svezzamento sono quelle più insipide, leggere e insapori, perché meglio si adattano al gusto del bambino.
E l’acqua Lete? È comunque consigliata per l’alimentazione del bambino, dato che ha un basso contenuto di sodio? La risposta è no, o meglio non proprio. Se parliamo di un bambino in fase di svezzamento l’acqua Lete non va bene, perché anche se a basso contenuto di sodio presenta un alto residuo fisso (860 mg/l). In questa fase della vita del bambino quindi, l’acqua Lete non è assolutamente raccomandata (anche perché la naturale effervescenza non si sposa bene con il palato delicato dei piccoli).
Quando però poi il bambino cresce, il discorso cambia. Un’acqua mediamente mineralizzata oppure oligominerale non è più sconsigliata, e tra i minerali disciolti è molto importante il calcio, elemento necessario per l’accrescimento delle ossa. A partire dall’età infantile fino ad arrivare all’adolescenza vanno bene quindi le acque bicarbonato-calciche, nelle quali il contenuto di calcio è superiore ai 150 mg/l.
Nell’acqua Lete il calcio disciolto è invece pari a 310 mg/l, parametro per il quale può essere definita un’acqua calcica. Utile sia in fase di accrescimento e sia in altre situazioni quali la gravidanza, periodo nel quale il fabbisogno di calcio aumenta, così come dopo gli “anta”, perché il contenuto di calcio nelle ossa progressivamente si perde e questo potrebbe causare l’insorgenza dell’osteoporosi.
L’acqua ricca di calcio è poi utile in tutte quelle situazioni nelle quali si è intolleranti o allergici ai latticini, perché può diventare un modo semplice per integrare il calcio che non si può assumere dal latte e dai prodotti a base di latte.
Confrontare le etichette delle diverse acque in bottiglia è pertanto molto utile per imparare a scegliere l’acqua più adatta a noi e alla nostra famiglia. Vogliamo quindi darvi qualche dritta in merito, e iniziamo a confrontare qualche acqua per voi!
Come leggere l’etichetta delle acque in bottiglia
L’etichetta è la carta d’identità dell’acqua in bottiglia. I dati principali che possiamo leggere e che ci può essere utile capire sono i seguenti:
1. Residuo fisso: indica quanti sali sono disciolti in un litro d’acqua. In base al contenuto le acque si classificano in minimamente mineralizzate (residuo fisso < 50 mg/l), oligominerali (residuo fisso tra i 50 e i 500 mg/l), mediominerali (residuo fisso tra i 500 a 1000 mg/l), ricche di sali minerali (residuo fisso > 1000 mg/l).
Le acque più adatte all’alimentazione di tutta la famiglia sono quelle oligominerali o le mediominerali.
2. Sodio: le acque povere di sodio trovano indicazione per l’alimentazione dei bambini e per le diete iposodiche, consigliate alle persone che soffrono di ipertensione arteriosa. Sono classificate come iposodiche quelle acque con un contenuto di sodio minore di 20 mg/l.
3. Calcio: le acque ricche di calcio sono consigliate in fase di crescita, gravidanza e allattamento. Sono raccomandate anche per le donne dalla premenopausa in poi e per tutti in età anziana, ai fini di contrastare l’osteoporosi. Sono considerate acque ricche di calcio quelle che ne hanno un contenuto superiore a 150 mg/l.
4. Magnesio: le acque con un buon contenuto di magnesio sono particolarmente indicate per l’attività sportiva. Le acque ricche di magnesio (contenuto di magnesio superiore ai 50 mg/l) sono indicate in tutti quei casi nei quali si verifichi una carenza di magnesio, condizione che causa generalmente stanchezza fisica e mentale, stress e irritabilità, emicrania. Indicata anche in gravidanza perché partecipa all’accrescimento osseo.
5. Nitrati e nitriti: le acque povere di nitrati e nitriti sono ottime per tutti, ma assolutamente indispensabili per l’alimentazione dei neonati e dei bambini in svezzamento.
Due acque povere di sodio a confronto: acqua Sant’Anna e acqua Lete
Abbiamo accennato qualcosa all’inizio, ma adesso che abbiamo qualche informazione in più sulla lettura dei dati in etichetta, proviamo a fare un confronto più preciso e accurato.
L’acqua Sant’Anna presenta le seguenti caratteristiche:
• Basso residuo fisso (22 mg/l), che la classifica tra le acque minimamente mineralizzate
• Basso contenuto di sodio (1,5 mg/l, pari allo 0,0002%)
• Basso contenuto di calcio (3,3 mg/l)
• Basso contenuto di nitrati (0,88 mg/l)
• Praticamente assenti i nitriti e l’ammoniaca.
L’acqua Lete invece in etichetta riporta i seguenti dati:
• Residuo fisso pari a 860 mg/l, il che la rende un’acqua mediamente mineralizzata
• Sodio pari a 4,9 mg/l, che la classifica come acqua povera di sodio
• Calcio pari a 310 mg/l, che la rende un’acqua ricca di calcio.
Acqua Sant’Anna ed acqua Lete sono quindi entrambe acque povere di sodio, e per questo indicate in una dieta iposodica e quindi per le persone che soffrono di ipertensione arteriosa.
Le altre caratteristiche rendono invece l’acqua Sant’Anna più indicata per lo svezzamento del bambino.
L’acqua Lete è invece effervescente naturale, mediamente mineralizzata e ricca di calcio, caratteristiche che non la rendono un’acqua adatta per lo svezzamento del bambino ma che invece può essere consumata dallo svezzamento in poi, sempre che se ne gradisca il gusto.
Il calcio è utile infatti in fase di crescita, per le donne in gravidanza ed in menopausa, così come
per gli anziani, ai fini di prevenire l’osteoporosi.
L’effervescenza naturale rende inoltre l’acqua Lete utile per favorire la digestione.