San Benedetto e Levissima sono due ottime acque, ma con caratteristiche differenti. Conosciamole meglio per capire qual è quella più adatta al nostro consumo giornaliero.
• L’etichetta dell’acqua: i principali parametri da valutare
• Acqua Levissima Vs Acqua San Benedetto: similitudini e differenze
• Acqua Levissima Vs Acqua San Benedetto: le conclusioni
• Dove acquistarle
L’acqua ha un ruolo fondamentale nel contesto di una vita sana. Bere a sufficienza non solo idrata il corpo, ma fornisce anche preziosi sali minerali essenziali per il benessere.
Per idratarsi a sufficienza, le Linee Guida sulla sana alimentazione consigliano di bere tra un litro e mezzo e due litri di acqua al giorno, che corrispondono a circa 8-12 bicchieri. Il corpo umano è composto da acqua per circa il 60% del suo peso, per cui è molto importante mantenere sempre questo corretto livello di idratazione.
Sono molti i segnali attraverso i quali il nostro corpo ci chiede di bere: inizialmente sentiamo la sensazione di sete e di secchezza delle labbra e della bocca, se poi però la ignoriamo, e quindi non beviamo un bicchiere d’acqua, nel corso della giornata potremmo sentirci più stanchi ed affaticati, e ritrovarci alla sera con un fastidioso mal di testa. La sete a quel punto la sentiamo ancora, per cui magari ci ritroveremo a bere una bottiglia d’acqua tutta d’un fiato. Purtroppo però, non è questo il modo corretto di bere acqua: quello che si dovrebbe fare è bere magari un bicchiere ogni 1-2 ore, in modo tale da fornire al nostro corpo una quantità costante di acqua e dei sali minerali in essa contenuti.
I sali minerali e gli oligoelementi contenuti nell’acqua sono degli importanti cofattori per molte delle principali reazioni chimiche che insieme permettono al nostro organismo di “funzionare” correttamente. L’apporto di minerali è inoltre fondamentale per mantenere nei limiti corretti il pH fisiologico e per regolare l’equilibrio idrosalino del nostro corpo.
Le acque imbottigliate che troviamo in commercio, così come le acque che sgorgano dal rubinetto nelle diverse località geografiche, hanno una composizione peculiare in minerali ed oligoelementi. Sicuramente ci sarà capitato di notare come alcune acque possano risultare al palato più leggere ed insipide, mentre altre, al contrario, hanno un sapore più deciso.
La palatabilità delle diverse acque varia infatti nelle diverse sorgenti: più precisamente, a seconda del tipo di roccia o di terreno che caratterizza quello che è il “percorso” dell’acqua lungo la falda e fino alla sorgente, cambieranno le varietà e le quantità di minerali ed oligoelementi nell’acqua che sgorga in una determinata sorgente. Di conseguenza, l’acqua che viene imbottigliata in quella determinata sorgente presenterà quelle peculiari caratteristiche, le quali saranno chiaramente riportate nell’etichetta.
Per conoscere meglio le acque basta quindi che impariamo a leggere e capire le etichette, in modo tale da poter valutare consapevolmente quale tipo di acqua vogliamo bere.
L’etichetta dell’acqua: i principali parametri da valutare
I dati riportati in etichetta si dividono innanzitutto in due tipologie:
- Caratteristiche fisiche: residuo fisso, pH e durezza
- Caratteristiche chimiche: sali disciolti (calcio, sodio, magnesio, ecc.)
Per capire se un’acqua è più o meno leggera il parametro da valutare è il residuo fisso. Le acque che hanno un residuo fisso minore di 50 mg/l sono quelle minimamente mineralizzate ed in assoluto le più leggere, quelle con un residuo fisso tra 50 e 500 mg/l sono classificate come oligominerali, mentre quelle con un residuo fisso maggiore di 500 mg sono le mediominerali o le ricche di sali minerali.
Il pH definisce se l’acqua è più o meno alcalina (quelle più alcaline, ad esempio, possono contrastare meglio una sensazione di acidità di stomaco), mentre la durezza rappresenta sempre un parametro per definire se un’acqua al palato appare più leggera o più dura.
Per quanto riguarda i sali disciolti, quelli più utili da valutare sono il sodio, il calcio e i bicarbonati, potassio e magnesio. Può essere consigliata un’acqua povera di sodio in caso di ipertensione, mentre al contrario un’acqua ricca di sodio, potassio e magnesio può essere indicata in caso di pressione bassa o sudorazione eccessiva, quindi utile da portare in borraccia per reintegrare i sali durante un allenamento di tipo aerobico.
Un’acqua ricca di calcio è utile per contrastare l’osteoporosi o per reintegrare questo minerale nelle persone che non consumano i latticini, mentre un’acqua ricca di bicarbonati favorisce la digestione.
Conoscere meglio le acque è quindi importante per scegliere quella più adatta e prendere tutti i benefici che questa di offre.
Acqua Levissima Vs Acqua San Benedetto: similitudini e differenze
Una volta che abbiamo appreso le basi per la lettura dell’etichetta, possiamo procedere a confrontare le diverse acque. In questo articolo, andremo a confrontare due acque di tipo oligominerali: Acqua San Benedetto e Acqua Levissima.
Partiamo dal valore di residuo fisso: quello dell’acqua San Benedetto è pari a 272 mg/l, mentre quello della Levissima è di 80 mg/l. Ecco qui, quindi, la prima differenza sostanziale tra queste due acque. Anche se sono entrambe classificate come oligominerali (residuo fisso compreso tra 50 e 500 mg/l) è evidente come l’acqua Levissima sia un’acqua molto più leggera, più vicina a quelle che sono le acque minimamente mineralizzate.
Passiamo al sodio: 2,1 mg/l per la Levissima e 5,8 mg/l per la San Benedetto. In questo caso la differenza è molto lieve, e possiamo dunque affermare che sia Levissima e sia San Benedetto sono acque a basso contenuto di sodio, e che possono essere quindi tranquillamente consumate anche da chi soffre di ipertensione arteriosa o da ritenzione idrica.
Vediamo ora calcio, bicarbonato e magnesio: nell’acqua San Benedetto sono rispettivamente 48,6 mg/l – 301 mg/l – 29,4 mg/l. Nella Levissima i valori sono pari a 19,9 mg/l per il calcio – 56,8 mg/l per il bicarbonato – 5,7 mg/l per il magnesio.
Sulla base di questi valori possiamo dire che l’acqua Levissima è decisamente un’acqua più leggera rispetto alla San Benedetto.
Un’altra importante differenza sta nei nitrati, che sono pari a 8,5 mg/l nella San Benedetto e solo 1,3 mg/l nella Levissima. I nitrati sono particolarmente rilevanti quando si parla di acque per la preparazione del latte per neonati e per lo svezzamento, le quali devono avere basso contenuto di sodio e di nitrati, insieme alla quasi assenza dei nitriti.
Acqua Levissima Vs Acqua San Benedetto: le conclusioni
Alla luce di quanto analizzato, possiamo tranquillamente affermare che sia l’acqua Levissima e sia l’acqua San Benedetto sono adatte al consumo di tutta la famiglia.
Tuttavia, l’acqua Levissima è decisamente più leggera rispetto alla San Benedetto, per cui può essere più indicata in caso di ipertensione e ritenzione idrica, nonché per l’alimentazione dei neonati dei bambini in fase di svezzamento, dato il bassissimo contenuto di nitrati.
D’altra parte l’acqua San Benedetto, essendo più ricca di sali minerali, è un’acqua perfettamente bilanciata e ottima da consumare durante l’attività sportiva, in quanto aiuta e reintegrare i minerali persi con la sudorazione.